Di Prosecco Millesimato se ne sono occupati già in tanti (forse in troppi), in alcuni casi in modo platealmente prevenuto, in altri in modo favorevolmente interessato (leggi tornaconto), ma la domanda rimane e permane: ha senso produrre un Prosecco Spumante metodo Charmat con l’indicazione del millesimo? La risposta, a mio dire, è NO: nelle situazioni più positive il termine millesimato è parola succedanea di qualità (intesa come uve/vigneto/vasca/spremitura migliore) nella situazione più negative è invece una sonora presa per i fondelli ai danni del consumatore finale…
Chi legge questo blog non ha certo la necessità di apprendere dal sottoscritto il significato del termine millesimo (uve di una singola annata) dobbiamo però cogliere l’interpretazione che il consumatore da a questa parole: qualità! E’ infatti intrinseco che uno Spumante Metodo Classico si realizza con singolo millesimo solo nelle annate favorevoli o superlative (oramai anche alla casalinga di Voghera è noto come si preferisce produrre in assemblaggio - cuvée – da diverse annate per meglio gestire gli effetti della variazioni climatiche, tanto per qualità come per quantità) e pertanto viene automatico pensare che quando ci si imbatte in una bottiglia di Prosecco Charmat Millesimato ci si imbatte nel prodotto proveniente da una singola annata… superlativa, peccato non sia così!
Il Prosecco viene quasi sempre prodotto (sarebbe meglio scrivere sempre, senza quasi) con uve di una singola annata: tolte le ultime autoclavi dell’anno o le prime di quello successivo alla vendemmia, dove si supporta un vino troppo giovane e quindi privo di struttura, con una parte di quello dell’annata precedente il Prosecco spumante è millesimo, ed allora perché insistere nell’utilizzo di tale termine? Per una finta forma di prestigio? Per giustificare, come scritto in apertura, una qualità superiore alla media della propria produzione? Ma che diamine, la fantasia italiana ed il nostro immenso vocabolario ci danno modo di non dover ricorre a tale bassezza… fosse poi vero: apro bottiglie di “millesimato” che hanno identica qualità (magari alta) rispetto alla “normale” produzione! E di qualche azienda è il 13esimo anno consecutivo in cui vedo il mellesimo in commercio - senza nessuna interruzione - significa che per 13 anni consecutivi hanno avuto un prodotto così superlativo da "marchiare" con tale termine?
Allora diamo soluzione a questa misera trovata pubblicitaria: abroghiamo l’utilizzo del termine millesimo nella DOCG Prosecco Valdobbiadene-Conegliano ed Asolo, sarebbe un modo efficace per far comprendere alla stampa specializzata, ed ai consumatori attenti, che gli spumanti prodotti in questi comprensori fanno qualità e non vogliono ricorrere a trucchetti di bassa lega per imporre il proprio prodotto.
Sbaglio?
AC