“Domani sera, 20.45 precise a casa mia: orizzontale Chambolle-Musigny P.C. 1999 - confermati 6 vini”. Con questo perentorio quanto conciso sms, un amico mi invitava a casa sua per una degustazione abbozzata qualche settimana prima. Non vi era bisogno di risposta: mi aveva, anzi ci aveva (oltre a me anche le altre 8 persone presenti) già resi edotti sulla spesa da sostenere e verso quali produttori sarebbero caduta la sua scelta. Alle 20.45 precise mi ritrovavo a casa sua (con evidente sforzo: purtroppo la puntualità non è lato di cui possa esattamente vantarmi) praticamente assieme al sopraggiungere degli altri ospiti. Saluti, presentazioni e convenevoli di rito - nessuno conosceva nessuno: il trait d’union era il padrone di casa - poi tutti a scendere nella stanza preparata per la degustazione…. Le bottiglie pronte, stappate ed avvolte in carta di alluminio dividevano il tavolo perfettamente a metà, le undici tovaglie segna bicchieri erano già stese e facevano bella figura due zuppiere in ceramiche ricolme di gioppini di pane!
Ci accingiamo a prendere posto, qualcuno estrae dalla sacca la sputacchiera personale (??? ma come, siamo in 10 uomini con 6 bottiglie dal costo e dal piacere gustativo ragguardevole, e tu sputi? Al limite, se avanzi, svuoti il bicchiere nelle caraffe predisposte appositamente… la giustificazione è la solita “sai, devo guidare”, peccato che a fine serata il più eiettante abbia avuto il pessimo gusto - in ogni senso - di proporre due birre in compagnia per brindare alla conoscenza, sic!) compaiono penne e block-notes, e tra queste qualcuno sfoggia agende che sembrano l’elenco telefonico di Roma 1987 (quindi pre cellulari) ricoperto in cuoio pesante. Rimango sbalordito da simili libroni: già lo sforzo di portare in giro tomi di tale misura mi impressiona, ma mi chiedo anche cosa ci scrivano… da uomo curioso chiedo di sfogliare e trovo, per ogni vino bevuto, luogo e data della degustazione, nomi dei presenti, dati rappresentativi del vino (tipologia, anno, produttore, grado, ecc. ecc.) ed impressioni raccolte talmente minuziose da creare per una bottiglia (anche insignificante) un numero di pagine sufficienti a Tolstòj per scrivere due capitoli di Guerra & Pace, ed io ne rimango sconvolto.
“Scrivi per qualche rivista, oppure curi un blog, una rubrica, almanacco storico? Trovo impressionanti le note che poni per ogni bottiglia…” questa la mia quasi ovvia domanda “no, sono note che servono a me per il futuro” la laconica, se non quasi gelida risposta… Ora è vero che ogni persona, quando non procura fastidio al prossimo con le proprie azioni, ha il diritto di fare ciò che vuole, ma mi chiedo (anzi, vorrei chiederlo a Voi che leggete) se vale la pena di trasformare le necessarie note da rammentare su di un vino degustato in un esercizio amanuense degno di uno stenografo di tribunale prima dell’introduzione delle macchine di stenotipia! Premesso che madre natura ci ha dotato di memoria (magari non tutte, ma ricordo perfettamente certe bottiglie bevute ancora 18-20 anni orsono) qual'è il senso dell’isolarsi completamente e porre più tempo nel compilare l’elenco telefonico anziché concentrarsi su quanto il bicchiere contenga? Oltre a permetterti di creare un archivio il fatto di scrivere consente ad alcuni di sviscerare meglio il vino valutato, ma se l’esercizio di scrittura diventa eccessivo si ottiene solo il contrario: inutile distrazione….
AC