Sia ben chiaro che non si deve fare allarmismo oltre il dovuto: pertanto leggete a cuor leggero quanto scrivo, ma già leggere a cuor leggero significa comunque sapere!
La Drosophila Suzukii, conosciuta anche come moscerino dei piccoli frutti, è un parassita polifago che attacca le specie frutticole. Il suo nome lo si deve allo scopritore, il dottor Matsumara Suzuky, che ne descrisse la specie nel 1931.
Originario del sud-est Asiatico il parassita si è propagato solo nel 2007-2008 nel nord America (ma in compenso i notevoli danni causati e la velocità di diffusione hanno messo in grande allerta i coltivatori) mentre in Europa ne è stato riscontrata la presenza per la prima volta nel 2009, e nel 2010 si è potuto assistere ai primi veri attacchi in massa sui piccoli frutti e su drupacee (lamponi more, mirtilli, ciliegie, ecc.)
La particolarità che differenzia quest'insetto dalla più comune ed innocua Drosophila Melanogaster è l'ovodepositore dentato di cui la femmina è dotata!
Mentre la Drosophila Melanogaster, animale che si può definire parassita passivo perché si limita nell'infestare solo la frutta caduta, in fase di decomposizione o danneggiata da altri agenti (ad esempio grandine) la femmina del Drosophila Suzukii può perforare (grazie all'ovodepositore dentato) l'epidermide della frutta in fase di maturazione, e depositare le uova all'interno del frutto. Oltre al danno provocato dall'alimentazione larvale vi è il taglio provocato dall'ovodepositore che espone il frutto ad infezione batteriche e fungine.
Il problema nei frutti rossi è già serio, ma sembrava essere inesistente in viticultura, ma purtroppo così non è: già l'anno scorso si sono registrati attacchi sporadici e limitatissimi sulla vite, ma quest'anno le prime aggressioni di massa hanno fatto comparsa tanto in Trentino ed in alto Adige quanto in Veneto, ma sono certo che anche in altre regioni si comincia a riscontrare la presenza di tale parassita.
Anzi, è parassita talmente “estraneo” a noi che moltissimi viticoltori ne stanno verificando i danni senza sapere a cosa questi siano dovuti!
Io stesso, come scritto ieri, ho avuto modo di vedere dell’uva aggredita (in cui erano state depositate delle uova) e solo grazie alla descrizioni di quanto visto a due carissimi amici (e bravissimi produttori, nonchè sagaci interpreti di quanto loro descritto) Andrea Miotto e Mario Pojer, ho potuto apprendere cosa mi ero ritrovato a vedere.
Per farvi comprendere la possibile gravità che potrebbe comportare la diffusione di quest’insetto vi bastino due dati: in campo frutta si sono registrati attacchi che hanno comportato la perdita dell'80% dell'intero raccolto o in taluni casi la perdita totale, e sapere che tale insetto ha una capacita riproduttiva di 10-13 generazioni all’anno, con la deposizioni di 400 uova per singola femmina. (la quale deposita 2-3 uova per singolo frutto).
Capirete che velocità di propagazione e numero di frutti aggrediti possono dare risultanze spaventose, inoltre sembra alquanto complicato, in forza di quei 13 cicli riproduttivi prima scritti, adottare un’efficace soluzione a base insetticidi, così come danno risultati insignificanti trappole ed altro.
Non essendo competente in materia non ho idea di quale sarà la soluzione che verrà adottata, ma di sicuro una certezza vi è: serve l'intervento, il supporto e l'assistenza di tutti gli enti preposti: questa potrebbe essere (e come prima sottolineo la parola potrebbe) una sfida troppo grande per lasciare soli i nostri amici viticoltori, almeno questa volta non è pensabile se la sbrighino da soli!
Io posso solo informare, nella capacità che questo blog può avere, ed esprimere la mia solidarietà più totale.
AC