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12 maggio 2010 3 12 /05 /maggio /2010 12:00

gianni-zonin

Ieri ho letto un articolo on-line de Il Giornale di Vicenza (che voi potete leggere qui) dal titolo "Prosecco, occhio ai prezzi": l'articolo riprende le conclusioni scaturite dal convegno "Lo stato del Vino" organizzato a Roma dal Gambero Rosso, dove è stato sottolineato come la caduta dei prezzi delle uve si riversi proporzionalmente in una discesa del valore del prodotto finito: la bottiglia!
Contrariamente infatti a quanto il consumatore medio è portato a credere il calo del prezzo delle uve all'origine non aumenta la marginalità del vinificatore perchè la discesa del valore del prodotto finito è pari (quando non superiore) al risparmio avuto all'atto dell'acquisto delle uve. 
Su questo punto è intervenuto il presidente della Zonin, il Cav. Gianni Zonin, personaggio talmente noto che ritengo superfluo presentare.
Zonin dichiara: "Se non mettiamo a posto l'equilibrio tra produzione e consumo non avremo mai l'equilibrio dei prezzi ed è un problema che riguarda non solo il mondo del vino ma tutti gli agricoltori italiani e, forse, anche quelli mondiali".
Non è una questione di qualità della produzione, è soprattutto un problema di ordine commerciale. «Faccio l'esempio del Prosecco: è un vitigno che sta conoscendo un grande apprezzamento in tutto il mondo ma, se non stiamo attenti, tra poco andremo in sovrapproduzione e avremo un crollo dei prezzi».
Premessa la soluzione che Zonin indica, priva di ogni novità essendo la classica richiesta d'aiuto ("si possono controllare alcune oscillazioni con aiuti per lo stoccaggio...") mi sovviene la classica domanda alla Antonio Lubrano, quella che sorge spontanea: Presidente Zonin, ma a chi si deve questa sovrapproduzione di uva Glera?
Ai viticoltori del Valdobbiadenese? Ai produttori di Conegliano? Forse a quelli della DOCG Asolo-Montebelluna? Oppure a qualche grosso gruppo (tipo il suo) che negli ultimi anni ha impiantato centinaia di ettari a Prosecco (a me il nome Glera fa schifo, porti pazienza) per sfruttare il momento commerciale destato da questo vino?
La mia è una domanda magari cattiva, ma rispettosa: io ammiro le persone come lei che riescono, vincono e convincono, quindi ho una epidermica simpatia tanto per la sua persona quanto per la sua azienda, ma non può recriminare su cose di cui anche lei è causa!
La sua azienda ha sempre inseguito "il vino del momento": alcuni anni fa andavano di moda i vini bianchi Friulani ed allora voi, viticoltori in Gambellara, comperate (o create, non ricordo) Cà Bolani, poi è il turno dei vini Toscani, ed allora Abbazia Monte Oliveto, Castello d'Albola ecc, arriva la riscossa dei vini meridionali (?) e quindi si va in Sicilia con Principi di Butera ed in Puglia con Masseria d'Altamura, adesso è il turno del tanto (fino a ieri) snobbato Prosecco...., insomma a ben vedere chi provoca la sovrapproduzione? Chi già c'era o chi arriva in seconda battuta con potenzialità d'acquisto?
Ad esempio io mi chiedo quanti ettari le sue aziende hanno piantumato a Prosecco negli ultimi tre anni!
Voci di corridoi dicono tanti, tantissimi.
Quando suo figlio Francesco pubblicizza "il mio Prosecco" lo fa proponendo un vino DOCG ottenuto da uve Valdobbiadene-Conegliano (zona vitata da sempre) o Asolo-Montebelluna oppure è un semplice DOC (sino a ieri IGT)?
Rispondo io per gli altri lettori: è un Prosecco che esce a marchio Cà Bolani, Cervignano del Friuli (Udine!) quindi terreni che, scommetto 1000 euro, dieci anni fa non erano certo coltivati a Prosecco.
Ed allora chi è che provoca la sovrapproduzione?
Nel mio piccolo suggerirei un po' più di coerenza, sempre che la sua risposta non mi convinca d'essere dalla parte del torto!
Cordialmente.
 
AC
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commenti

C
<br /> Oggi, proprio oggi mi trovavo a Valdobbiadene, entro in un bar/osteria più vicino a San Pietro di Barbozza che a Valdobbiadene e chiedo un Cartizze, la risposta "non ne abbiamo", allora me lo dia<br /> spumante, niente da fare, opto per il prosecco e mi toglie dal frigo una bottiglia di un nome famoso... come è possibile? qui nella terra del prosecco? Scerzando chiedo alla "gentile" signora"è<br /> difficile trovare del cartizze?" No mi risponde dipende dalle scelte commerciali... Non replico, pago ed esco... (una vera scialata.. a Milano si e no per quella cifra ti refilano dell'aceto..) In<br /> quel momento passa un elicottero che presumo, dai due baffi sbuffanti, stia facendo disisfentazione.. chissà quanto costerà fare una simile operazione? Poi penso che il vino che difendono farà la<br /> fine di quello che ho appena bevuto.....<br /> <br /> <br />
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G
<br /> Perchè queste cose non le ha scritte anche il giornalista del Giornale di Vicenza? Magari la Zonin è il principale inserzionista? Tutti schiavi del denaro...<br /> <br /> <br />
Rispondi
G
<br /> Concordo con ogni parola dell'articolo e soprattutto con quanto dichiarato con il Sig. Zonin. Tutto questo entusiasmo porterà ad una sovraproduzione e quindi ad un crollo dei prezzi. Ora chi è<br /> causa del suo mal pianga se stesso, io sono convinto che i produttori di Prosecco che hanno prodotto il vino da sempre per amore del vitigno e della terra riusciranno sempre a tenere i piedi per<br /> terra.<br /> Spero che non cadano nella trappola tipo: è arrivata la docg ho la scusa per aumentare il prezzo della bottiglia. Ricordiamoci sempre le vacche grasse e le vacche magre. Chiedetelo agli amici<br /> toscani che si sono innamorati dei supertuscan come stanno ora.<br /> saluti a tutti. Giampi.<br /> <br /> <br />
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A
<br /> Caro Alessandro, come sempre i tuoi post sono interessantissimi e con considerazioni più che giuste.<br /> <br /> Proprio ieri un collega viticoltore-enologo di Farra di Soligo ha posto un quesito interessante: alla luce degli attuali prezzi del vino all'ingrosso, con 1,5 €/litro per il Conegliano<br /> Valdobbiadene DOCG e 1,4 €/litro per il comune Prosecco DOC, siamo tutti scemi quassù o c'è qualcosa che non va? Ha poi anche accennato al fatto che nello statuto del Consorzio di Tutela andrebbe<br /> introdotta una regola che prevede uno stage di almeno 300 ore di decespugliatore in alta collina prima di prendere una sedia nel consigliuo di amministrazione, così, tanto per capire come<br /> funzionano le cose. Con questo non voglio polemizzare sulle scelte ed i cambiamenti che sono stati fatti, che erano necessari e sono il male minore, solo bisogna riflettere molto bene su quello che<br /> sta succedendo. Come hai ben fatto notare, grossi gruppi industrial-vinicoli hanno piantato distese di Glera da Prosecco che farebbero impallidire anche le distese di Cabernet in Napa Valley. Che<br /> ne facciamo di tutto sto vino? E soprattutto con il costo di produzione dell'uva in vigneti completamente maccanizzati e pianeggianti, e la differenza di 10 centesimi al litro all'ingrosso, che<br /> senso ha lavorare le colline spaccandosi la schiena e non solo? Certo, è nostro compito fondamentale fare qualità, differenziarci per le caratteristiche indiscutibilmente insuperabili dei vini<br /> fatti in collina, ma tutto il vino mediocre a dir poco che girerà il mondo a 2 € a bottiglia con il nome Prosecco non sarà forse una palla al piede del fratello maggiore Conegliano Valdobbiadene<br /> Docg? Lasciamo che il mercato parli da solo, ma la preoccupazione, sinceramente c'è. E ci pensi bene anche il sig. Zonin, se gli rimane un po' di tempo tra la gestione di banche ed aziende<br /> varie.<br /> <br /> Andrea<br /> <br /> <br />
Rispondi
A
<br /> <br /> Grazie del commento Andrea: la viva testimonianza di un produttore giovane e capace come te è quanto di meglio potessi chiedere a corredo del mio post. Sono certo che tutta la fatica che tu ed<br /> altri fate non andrà sprecata: quando assaggio le tue basi capisco cheè realmente il territorio a fare la differenza, e se l'ho capito io che non sono una cima vedrai che anche altri capiranno.<br /> <br /> <br /> Grazie<br /> <br /> <br /> <br />

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